Non ci posso fare proprio nulla; quando mi trovo davanti un ingrediente non riesco a non immaginarlo in qualche ricetta, magari di quelle che mi riportano indietro nel tempo…
Vuoi la passione per i lievitati o quella sentita, fino al midollo, per le tradizioni culinarie dei miei luoghi d’origine, vuoi che nel mio frigo ho avanzato dello strutto dal casatiello di pasqua e questo ha illuminato ricordi e sapori al mio palato… Cavoli…
…Che voglia di mangiare i Taralli napoletani, con quel gusto saturo di pepe che accostato alla “nzogna”,(lo strutto), e alle mandorle crea quella unicità che solo il Tarallo napoletano può sprigionare. Gustandoli si incontra tutta la fragranza e la ruvidità della pasta, rendendoli inconfondibili al palato.
Nascono quando la fame regnava sovrana, nel 1800 o poco prima. Abili mani di fornai riciclavano avanzi di pane e, con l’aggiunta di pepe e sugna, formavano queste ciambelle che il tarallaro, tipico ambulante, vendeva ai passanti, servendosi di cesti coperti da panni di lana per mantenerli caldi.
Negli anni successivi furono arricchiti con le mandorle che con la loro dolcezza si sposano bene con il pepe. Famosi e tipici non si possono non saperli preparare e gustarne tutta la loro infinita bontà.
Allora mi metto all’opera, e credetemi non mi porteranno via chissà quanto tempo, perché l’impasto viene lavorato pochissimo e a mano, poi lasciato riposare. Da questo si ricavano delle striscioline che attorcigliate tra loro formano la classica forma del tarallo…
Ma impiego meno tempo a prepararli che a stilarli su questa pagina di diario.
Intanto procuratevi:
500 gr di farina 00
200 gr di mandorle non pelate
160 di strutto a temperatura ambiente
230 acqua, intiepidita al momento di usarla
9 gr lievito di birra liofilizzato
4 gr di pepe nero
12 gr di sale
In una capiente ciotola ho versato la farina, lo strutto…
Poi in seguito il lievito, il sale, il pepe e 150 grammi di mandorle tritate grossolanamente.
Ho unito l’acqua che ho intiepidito nel microonde e ho impastato per una decina di minuti, ottenendo un panetto compatto.
Riposto nella stessa ciotola ho coperto con un canovaccio e ho lasciato lievitare per 2 ore.
Trascorso le 2 ore non noterete una grande lievitazione, ma non allarmatevi è tutto nella norma.
A questo punto per realizzare il tarallo ho staccato dall’impasto 2 pezzi dal peso di 50 grammi ciascuno. Da ogni pezzo ricavo un rotolino lungo 20 centimetri senza usare farina
Unisco la punta e intreccio i 2 rotolini
Cosi ottengo una treccia, chiudo i due lembi
Arrotolo la treccia e richiudo inserendo i lembi sotto, formando una ciambellina.
Decoro ogni Tarallo con 3 o più mandorle precedentemente bagnate nell’acqua, questo eviterà che si stacchino dagli stessi una volta cotti.
Proseguo fino ad esaurire la pasta, io ottengo 10 taralli.
Dispongo i taralli direttamente sulla leccarda del forno, coperta da carta da forno. Lascio lievitare 30 minuti coperti da un canovaccio.
Ora inforno a 200° per i primi 10 minuti, poi abbasso la temperatura del forno a 160° e cuocio per altri 15 minuti e infine abbasso ulteriormente la temperatura del forno a 140° e cuocio ancora per 15 minuti.
I taralli appariranno dorati nella loro totalità.
Squisitissimi caldi, un po’ di birra al giustiziere che in silenzio si sta deliziando con i miei Taralli… E alla sottoscritta che con la birra non va’ molto d’accordo li accompagno con una aranciata freschissima, credetemi goduriosi ugualmente….